Giovan Battista Piranesi

Tavole delle Vedute di Roma

Tavole delle Varie Vedute di Roma

Laura Piranesi

Filigrane nelle stampe dei Piranesi

La tecnica dell'acquaforte secondo Piranesi

Opere di Giovan Battista Piranesi


Giovan Battista Piranesi

1720 1778

 

"Oggi, 8 novembre 1720, Zuanne Battista, Figlio di Angelo Piranese, tagliapietre, figlio di Giacomo e di Madonna Laura sua moglie, nato il 4 del mese passato, è stato battezzato da don Carlo Offredi".

Con questo documento, estratto dai registri della parrocchia di San Moisé a Venezia, inizia la mirabile esistenza di uno dei più grandi artisti del suo secolo.

Uomo di grande temperamento, dal carattere deciso e forte tanto da non accettare servitù e influenze, genio stravagante con il gusto dell'avventura, rimarrà per tutta la vita legato alle origini veneziane. Viene presto destinato agli studi d'architettura che a Venezia, in quell'epoca aprivano la strada a tutte le arti e carriere. Riceve le prime lezioni dallo zio materno, Matteo Lucchesi, buon architetto, va poi a bottega dallo Scalfarotto verso cui l'artista conserverà per tutta la vita una profonda riconoscenza, in seguito completa gli studi con l'architetto Temanza e nella bottega di Carlo Zucchi, ambedue danno al giovane un'educazione impostata sulla tradizione dei monumenti romani.

L'architettura fino ad ora è concepita dal Piranesi come un magnifico gioco di aria e di luce, ma il suo spirito inquieto è attratto da stili diversi, intraprende allora un viaggio verso Sud, trovando nella teatralità e nell'opulenza dei maestri napoletani, quegli stimoli e quelle soddisfazioni che non trova più nella volubile Venezia.

Dopo il ritorno a Venezia, nel 1740 parte per Roma come disegnatore al seguito dell'ambasciatore presso la Santa Sede.

Scendendo dal nord incontra paesaggi desolati e città semi deserte, invase dal silenzio e da resti di rovine: a Verona l'arena, ad Ancona l'arco di Traiano, a Rimini il ponte, vicino Spoleto, al Clitunno, un tempio cristiano . Entrando nel Lazio lo attende una terra spoglia che ricorda appena la lontana grandezza: acque stagnanti, gradinate, terrazze, costruzioni e rovine ridotte a cumoli informi. Questo spettacolo colpisce e fa lavorare la fantasia di Piranesi.

Quando arriva a Roma ha con se l'immagine della città letta nei libri di Tito Livio e sognata durante gli insegnamenti dei suoi maestri, una visione che unita alla sua esperienza di architetto e pittore gli farà disegnare una capitale fantasiosa e spettacolare.

Roma è splendida e malinconica, la parte medievale è stata modificata dalle famiglie nobili legate ai Papi; tra questi Sisto V, che l'ha sventrata per ricostruirvi grandi spazi e strade, palazzi e chiese, restaurando e ampliando le grandi basiliche.

Ma la città nuova si vede solo entrando dalla Porta del Popolo con le tre grandi strade che si diramano da essa, tutt'intorno si trovano prati, orti e vigne, spazi abbandonati e selvaggi con i resti dell'Urbe invasi da erbacce e rovi impenetrabili, così che è quasi tutto uno spazio verde. Povere casupole sono addossate ai grandi palazzi, sotto le rovine, gli archi e il Colosseo sono costruite case e botteghe di fango e la vita popolare si anima tutta attorno queste aree; il Foro è divenuto il Campo Vaccino con buoi e greggi al pascolo e ad abbeverarsi.

La Roma che accoglie Piranesi, nonostante l'espansione urbana, conta in quegli anni (e fino al 1768), 140.000 anime e non ha classe media ma grandi signori o popolo minuto; ed è la stessa che trova in festa per l'elezione del nuovo Papa: Benedetto XIV, uomo di grande cultura, uno dei più' notevoli del suo secolo che fa rinascere le arti, acquista il fondo di Domenico De' Rossi e su consiglio dell'artista fonda la Calcografia Pontificia, pensando di diffondere attraverso l'incisione il gusto e la conoscenza delle collezioni che ha accumulato.

Nel 1742, un altro veneziano, l'incisore Felice Polanzani giunge a Roma come "maestro d'intaglio" presso l'Ospizio di S. Michele a Ripa, un'istituzione caritativa per orfani con annessa scuola d'apprendistato; non si sa se Piranesi sia allievo del Polanzani ma i rapporti di amicizia che in seguito stabiliscono, ci autorizzano a crederlo.

Ma il vero maestro per l'acquaforte è Giuseppe Vasi, artista siciliano famoso per aver inciso stampe per il Re delle due Sicilie, per conto della Calcografia Apostolica e per Papa Benedetto XIV. L'influenza del Vasi è considerevole nella giovinezza del Piranesi.

Intanto Giovan Battista incontra i suoi primi protettori, il più importante è Mons. Giovanni Gaetano Bottai, gran mecenate di artisti, conservatore della biblioteca Corsini e custode della Vaticana. Conosce Nicola Salvi, autore della fontana di Trevi e Luigi Vanvitelli, pittore e architetto tra i maggiori del suo tempo, che lo aiutano a completare gli studi. Nel 1743 appare la "Prima parte d'Architetture e prospettive..." opera composta da dodici tavole, pubblicate dai "Fratelli Pagliarini, mercanti librai e tipografi a Pasquino", la nº2: "Carcere oscura pel supplizio de' Malfattori" inaugura la serie delle "Carceri d'invenzione" del 1749 opera fantasiosa in 14 tavole che nel 1761 riprenderà scurendone i tratti e aggiungendo due disegni.

Dall'osservazione di miserabili, ciechi, storpi e deformi che trova nei vicoli; dalle cantine buie, trae con fantasia i pali di tortura, le catene, i patiboli e gli strumenti di supplizio.

La "Prima parte ..." non ha successo, Piranesi torna a Venezia e va alla bottega dei Tiepolo a proseguire gli studi di pittura, qui apprende a tradurre con l'incisione il colore dei quadri e ad usarla lontano dallo stile freddo dell'architettura.

Nell'ambiente libero e fantasioso della repubblica veneta Giovan Battista si libera dagli schemi scolastici e comprende che con l'acquaforte può' realizzare le sue ambizioni di pittore e archeologo. Nella città fa un incontro importante per la sua vita artistica: Joseph Wagner, mercante di stampe tedesco stabilitosi a Venezia e fondatore della "Società' di incisori" alla quale sono associati numerosi artisti.

Wagner offre a Piranesi di aprire a Roma una succursale della Società ... e da qui inizia per il giovane un'attività stabile e continua.

Torna a Roma e impianta la sua bottega al Corso. In una tavola dei Capricci compare per la prima volta: "Appresso Piranesi, dirimpetto l'accademia di Francia in Roma" .

Dal 1744 al 1750 Piranesi frequenta antiquari e collezionisti di opere d'arte completando la sua formazione romana, inoltre stringe legami con l'accademia di Francia e gli artisti che il Re manda a Roma a copiare le rovine e le raccolte di quadri; si forma così un gruppo di giovani che passa il tempo a disegnare dal vero nelle lunghe passeggiate di studio, cercando di analizzare i monumenti non solo dalla massa esterna ma nella loro profonda struttura, cogliendone i segreti e facendone risaltare l'antico splendore.

Piranesi disegna facendo dapprima grandi linee a sanguigna, poi aggiunge tratti a penna senza finire lo schizzo che completa solamente incidendo il rame, "... il disegno non è sulla carta, lo ammetto, ma è tutto nella mia testa e voi lo vedrete dalla tavola ..." concepisce il disegno solo in funzione dell'incisione e anche oggi ce ne rimangono pochi rispetto alla vasta produzione di stampe, a volte tratteggia disteso in terra per far risaltare la massa del monumento.

Nel 1745 incide una serie di 48 piccole tavole che unite ad altre di diversi autori formano "Varie Vedute di Roma Antica e Moderna incise da Celebri Autori a Spese di Fausto Amidei" un volume in quarto divenuto rarissimo.

Collabora con Carlo Nolli alla pianta del corso del Tevere e alla riduzione della pianta di Roma di G.B. Nolli del 1748.

Tra il 1747 e il 1749 incide 4 tavole chiamate "Grotteschi" o più comunemente "Capricci" il disordine dei tratti sembra l'improvvisazione di un pittore e l'influenza dei Tiepolo nel lavoro è evidente.

Nello stesso anno appare la raccolta "Antichità Romane de Tempi della Repubblica e de primi Imperatori", ripubblicate anni più tardi con il titolo "Alcune vedute d'archi trionfali ed altri monumenti inalzati da Romani, parte di quali si veggono in Roma e parte per l'Italia".

La prima edizione delle carceri si colloca intorno al 1749 ed è pubblicata da Jean Bouchard, libraio francese con negozio al Corso. In questo periodo il Bouchard pubblica molte opere di Piranesi, probabilmente l'artista, non ancora molto conosciuto, dà le sue opere complete ad altri mercanti romani mentre nella sua bottega vende le tavole sciolte.

Dopo il 1748 appaiono le grandi "Vedute di Roma" opera fondamentale che sarà ripresa continuamente dal Piranesi, aggiungendo tavole nel corso di tutta la sua vita.

Nel 1750 Bouchard edita una seconda edizione della "Prima Parte ..." dal titolo "Opere Varie di Architettura, prospettiva, grotteschi,antichità, sul gusto degli antichi Romani" e nello stesso anno Piranesi trasferisce la sua bottega a "Strada Felice, nel palazzo del conte Tomati" ove riunisce la sua collezione di antichità illustrandole nel 1770 nei due volumi "Vasi, Candelabri, Cippi, Sarcophagi, Tripodi, Lucerne e ornamenti antichi disegnati e incisi dal Cav. Gio. Batt. Piranesi".

Nel 1753 escono i "Trofei di Ottaviano Augusto ...", in quest'opera risaltano, più che l'architettura, la decorazione e le arti; nel Maggio del 1756 i quattro tomi in folio delle Antichità Romane comprendenti 61 pagine di testo e 216 tavole: un lavoro imponente.

Il successo delle "Antichità" è immediato, per la prima volta le rovine romane sono descritte in piena luce, tornano vive e reali, disegnate insieme a frammenti di scavo come in un lavoro d'archeologia.

Nel 1758 muore Benedetto XIV e viene eletto Papa Clemente XIII, cardinale Rezzonico veneziano, amico e protettore della famiglia Piranesi, durante il suo pontificato si magnificano le arti.

Fra il 1756 e il 1760 compone il trattato "Della Magnificenza ed Architettura de' Romani" 212 pagine di testo con 40 illustrazioni, considerate il compendio storico e critico delle "Antichità Romane".

Intanto la sua produzione si diffonde e la sua fama è consolidata da onori ufficiali come l'ammissione all'Accademia di S. Luca.

Nel 1762 appare la "Descrizione e disegno dell'Emissario del Lago Albano", nel 1764 "Le Antichità di Albano e Castel Gandolfo" dedicate a Clemente XIII.

L'anno seguente il nipote del Papa, Gran Priore dell'Ordine dei Cavalieri di Malta, gli affida il restauro della chiesa di S. Maria del Priorato, unico lavoro d'architettura che abbia realizzato.

Nel 1765 pubblica "Il Campo Marzio dell'Antica Roma" dedicato a Robert Adam che lo ammetterà nella Società degli Antiquari di Londra.

Nel 1767 Clemente XIII lo nomina Cavaliere dello Sperone d'Oro.

Nel 1769 edita "Diverse maniere d'adornare i camini ed ogni ..." lavoro che esce dalla consuetudine dei vecchi canoni e affronta l'antichità con criteri nuovi e originali.

Dal 1770 al 1778 Giovan Battista Piranesi aggiunge nuove stampe alle "Vedute di Roma", quest'opera largamente diffusa, resta una stupenda testimonianza della progressione dall'arte piranesiana.

Le vedute, insieme alle Carceri, sono la sua opera più conosciuta, gli stranieri che vengono a Roma ne riportano in patria una tavola come ricordo, ogni stampa costa 2 Paoli e mezzo tranne quella del Pantheon che ne costa 3, ancora oggi le troviamo sparse per le case di tutta Europa.

Negli ultimi anni pubblica La colonna Traiana e la colonna Antonina e intraprende un viaggio a Napoli e dintorni, dove incide le tavole dei "Temples de Paestum" e disegna le rovine di Pompei che il figlio Francesco inciderà a Parigi.

Fino alla morte, avvenuta il 9 Novembre del 1778, continua a lavorare e malgrado la malattia gli procuri forti dolori rifiuta di curarsi per seguitare le opere non ancora terminate. I Rezzonico lo fanno seppellire nella Chiesa di S. Maria del Priorato.  


Tavole delle Varie Vedute di Roma

 


 Tavole delle Vedute di Roma 

 

Altra veduta degli avanzi del Pronao del Tempio della Concordia

Altra Veduta del Tempio della Sibilla in Tivoli

Altra Veduta del tempio della Sibilla in Tivoli

Altra veduta interna della Villa di Mecenate in Tivoli

Arco Settimio Severo

Avanzi d'un portico coperto, o criptoportico in una Villa di

Avanzi degl'Acquedotti Neroniani ...

Avanzi Del Tempio del Dio Canopo nella Villa Adriana in Tivoli

Avanzi del Tempio detto di Apollo nella Villa Adriana vicino ...

Avanzi della Villa di Mecenate a Tivoli, costruita di travertini ...

Avanzi di un antico Sepolcro oggi detto la Conocchia, ...

Avanzi di una Sala appartenente al Castro Pretorio ...

Colonna Antonina

Colonna Trajana

Dieta, o sia Luogo che dà ingresso a due diversi grandiosi ...

Frontespizio

Frontespizio + statua Minerva

Interno del Tenpio do di Canopo nella Villa Adriana

Obelisco Egizio

Piramide di C. Cestio

Rovina di uno degli alloggiamenti de' Soldati presso ...

Rovine d'una Galleria di statue nella Villa Adriana a Tivoli

Rovine del Sisto o sia della gran sala delle Terme Antoniane

Rovine delle Terme Antoniane

Sepolcro di Cecilia Metella

Spaccato interno della Basilica di S. Paolo fuori delle mura

Teatro di Marcello

Tempio antico volgarmente detto della Salute su la via ...

Tempio detto volgarmente di Giano

Veduta degl'avanzi del sepolcro della familia Plauzia ...

Veduta degli Avanzi del castro Pretorio nella Villa Adriana ...

Veduta degli Avanzi del Foro di Nerva

Veduta degli Avanzi del Foro di Nerva

Veduta degli Avanzi del Tablinio della Casa Aurea di Nerone ...

Veduta degli avanzi del tablino della Casa aurea di Nerone ...

Veduta degli Avanzi della Circonferenza delle antiche ...

Veduta degli Avanzi delle Fabbriche del secondo Piano ...

Veduta degli Avanzi di due Triclinj che appartenevano alla ...

Veduta degli avanzi superiori delle Terme di Diocleziano

Veduta degli avanzi superiori delle Terme di Diocleziano

Veduta del Campidoglio di Fianco

Veduta del Castello dell'Acqua Felice

Veduta del Castello dell'Acqua Paola sul Monte Aureo

Veduta del Mausoleo di Elio Adriano ( ora chiamato Castello S. ...

Veduta del Monumento eretto dall'Imperatore Tito ...

Veduta del Palazzo fabbricato sul Quirinale per le Segreterie ...

Veduta del Palazzo Farnese

Veduta del Palazzo Odescalchi

Veduta del Palazzo Stoppani

Veduta del Pantheon d'Agrippa oggi Chiesa di S. Maria ...

Veduta del piano superiore del Serraglio delle fiere fabbricato ...

Veduta del Ponte e Castel Sant'Angelo

Veduta del Ponte Lucano su l'Anione nella via Tiburtina ...

Veduta del Ponte Molle sul Tevere due miglia lontan da Roma

Veduta del Ponte Salario

Veduta del Porto di Ripa Grande

Veduta del Porto di Ripetta

Veduta del Romano Campidoglio con scalinata che va alla chiesa ...

Veduta del Sepolcro di Cajo Cestio

Veduta del Sepolcro di Pisone Liciniano su l'antica via ...

Veduta del Sito, ov'era l'antico Foro Romano

Veduta del Tempio d'Antonino e Faustina in Campo Vaccino

Veduta del Tempio della Concordia

Veduta del tempio della Fortuna Virile

Veduta del tempio della Sibilla in Tivoli

Veduta del Tempio delle Camene anticamente circondato ...

Veduta del Tempio detto della Tosse su la via Tiburtina, ...

Veduta del tempio di Bacco, or di S. Urbano

Veduta del tempio di Cibele a Piazza della Bocca della Verità

Veduta del Tempio di Ercole nella Città di Cora, ...

Veduta del Tempio di Giove Tonante

Veduta del Tempio ottagonale di Minerva Medica

Veduta del'Anfiteatro Flavio detto il Colosseo

Veduta dell' Arco di Constantino, e dell' Anfiteatro Flavio ...

Veduta dell' Arco di Tito

Veduta dell'Anfitatro Flavio detto il Colosseo

Veduta dell'Arco di Benevento nel Regno di Napoli

Veduta dell'Arco di Constantino

Veduta dell'Arco di Settimio Severo

Veduta dell'Arco di Tito

Veduta dell'Atrio del Portico d'Ottavia

Veduta dell'avanzo del Castello, che prendendo una porzione ...

Veduta dell'Esterno della gran Basilica di S. Pietro in Vaticano

Veduta dell'insigne Basilica Vaticana coll'ampio Portico ...

Veduta dell'interno dell'Anfiteatro Flavio detto il Colosseo

Veduta dell'Isola Tiberina

Veduta della Basilica di S. Giovanni in Laterano

Veduta della Basilica di S. Paolo fuor delle mura

Veduta della Basilica di S. Sebastiano fuori delle mura di Roma

Veduta della Basilica di S.ta Maria Maggiore con le due Fabbriche ...

Veduta della Basilica diS. Lorenzo fuor delle mura

Veduta della Basilica, e Piazza de S. Pietro in Vaticano.

Veduta della Cascata di Tivoli

Veduta della Dogana di Terra a Piazza di Pietra

Veduta della Facciata della Basilica di S. Croce in Gerusalemme

Veduta della facciata della Basilica di S. Giovanni in Laterano

Veduta della Facciata di dietro della Basilica di S. Maria Maggiore

Veduta della fonte e delle Spelonche d'Egeria fuor della porta ...

Veduta della gran Curia Innocenziana edificata sulle rovine dell' ...

Veduta della Gran Piazza e Basilica di S. Pietro

Veduta della Piazza del Campidoglio

Veduta della Piazza del Popolo

Veduta della Piazza della Rotonda

Veduta della Piazza di Monte Cavallo

Veduta della Piazza di Monte Cavallo

Veduta della Piazza e Basilica di S. Giovanni in Laterano

Veduta della vasta Fontana di Trevi anticamente detta l'Acqua ...

Veduta della Villa d' Estenze in Tivoli

Veduta della Villa dell'Emo Sigr Card. Alessandro Albani ...

Veduta delle antiche Sostruzioni fatte da Tarquinio Superbo ...

Veduta delle Cascatelle a Tivoli

Veduta delle due Chiese, l'una detta della madonna di Loreto ...

Veduta delle Terme di Tito

Veduta di Campo Vaccino

Veduta di Campo Vaccino

Veduta di Piazza di Spagna

Veduta di Piazza Navona sopra le rovine del Circo Agonale

Veduta di Piazza Navona sopra le rovine del Circo Agonale

Veduta di un Eliocamino per abitarvi l'inverno, il quale ...

Veduta in prospettiva della gran Fontana dell'Acqua ...

Veduta interna del Colosseo Fran

Veduta interna del Pantheon

Veduta interna del Pantheon volgarmente detto la Rotonda Fran

Veduta interna del Pronao del Pantheon

Veduta interna del Sepolcro di S. Costanza, fabbricato da ...

Veduta interna del Tempio della Tosse

Veduta interna dell'antico Tempio di Bacco in oggi Chiesa di ...

Veduta interna dell'Atrio del Portico d'Ottavia

Veduta interna della Basilica di S. Giovanni in Laterano

Veduta interna della Basilica di S. Maria Maggiore

Veduta interna della Basilica di S. Pietro in Vaticano.

Veduta interna della Chiesa della Madonna degli Angioli ...

Veduta interna della villa di Mecenate

Veduta internadella Basilica di S. Pietro in Vaticano ...

Veduta sul Monte Quirinale del Palazzo dell'Eccellentissima Casa ...

Veduta, nella via del Corso, del Palazzo dell'Accademia istituita ...

Villa Panfili

 


Laura Piranesi

1755-1785

 

Non si sa molto sul lavoro di Laura, morta precocemente a 29 anni, dalle poche tavole che testimoniano il suo passaggio nel mondo ci presentano un' artista matura. Tutta l'esperienza del padre, Giovan Battista nella piena maturità, confluisce nella giovane figlia che ne assimila lo stile saltando in un sol colpo i trentanni occorsi al padre per raffinarsi. E' certo che le sue tavole ricordano molto le vedute di Pestum. L'opera di Laura è stata pubblicata insieme all'opera omnia del padre dall'edizione postuma (1778 - 1799) fino al 1785 data della sua morte, poi il fratello Francesco che curava le pubblicazioni, ne ha sospeso le stampe i rami. Gelosia?

Tavole a me note

Veduta del Romano Campidoglio

Veduta dell' Arco di Settimio Severo

Veduta dell' Arco di Tito

Tempio di Giano

Veduta del Tempio di Cibele nella Piazza della Bocca della Verità

Veduta del Tempio della Concordia

Veduta del Tempio di Bacco oggi detto S. Urbano

Avanzi del Tempio di Giove Tonante

Veduta del Tempio di Antonio, oggi Dogana di Terra

Veduta di S. Giovanni Laterano

Veduta della Basilica di S. Maria Maggiore

Veduta della Rotonda

Sepolcro di Cecilia Metella or' detto Capo di Bove

Veduta del Castello Sant' Angelo

Veduta del Ponte Salaro

Veduta di Ponte Molle

Veduta dell' Anfiteatro Flavio detto il Colosseo

Veduta del Tempio della Sibilla in Tivoli

 


La tecnica dell'acquaforte secondo Piranesi

 

L'acquaforte si adatta alla personalità del Piranesi che disegna pensando già ai chiari e scuri del lavoro finito. L'artista inventa una tecnica incisoria che prima non esisteva: morsure profonde, intensità di tono senza vie intermedie, capacità di eliminare le sfumature che favoriscono i grigi, tacche incise in sensi vari per ogni particolare, orientate nella direzione della prospettiva per dare risalto agli oggetti. Usa 'stili' di spessori diversi come se dipingesse e molto lo stilo a punta piatta (grossa e smussata) che toglie la vernice senza intaccare il rame, Piranesi la riserva per figurare il terreno e le ombre intense.

Incide con vernice solida: una miscela di pece greca, di resina di Tiro e di olio di noce; che dopo averla stesa sulla lastra scurisce col fumo e la cuoce per darle durezza. Raffreddato il rame vi trasferisce sopra il disegno con il recto spalmato di polvere di sanguigna ripassando quindi la linea con una punta arrotondata che toglie la vernice là dove l'acido deve mangiare.

Usa un mordente composto di aceto, sale ammoniacale, sale marino e verde rame, mette la lastra in un recipiente e vi fa colare l'acquaforte (mordente).

Possiamo seguire l'evoluzione dello stile di Piranesi attraverso quattro aspetti fondamentali: 1) una prima maniera romana, quella degli anni di apprendistato e dei primi lavori 1741-1745. 2) l'acquaforte derivata dagli studi di pittura della scuola veneziana dove impara a tenere la punta come una matita e i sui rami non sono soffocati da segni: i Capricci, Iº stato delle Carceri 1745-1748. 3) un periodo di passaggio alla ricerca di uno stile personale: le prime vedute di Roma, le antichità Romane 1748-1762. 4) la maturità, le stampe intense: il 2º stato delle Carceri, Il Campo Marzio, i Vasi, Paestum 1762-1778